Che cos’è lo stress

Definizione

Da un punto di vista etimologico l’inglese “stress“ è correlato con il latino (e italiano) “stringere“ “strictus“.

Il termine stress significa quindi originariamente “pressione“ e viene introdotto in medicina per analogia dalla metallurgia per indicare “la pressione che si applica ad un metallo per testarne la resistenza“.

Oggi giorno nei dizionari di inglese è scritto come primo significato della parola stress: “Pressure or worry caused by the problem in somebody’s life” (situazione opprimente o preoccupazione causata dai problemi della vita di qualcuno).

In realtà, fino ad ora non esiste una definizione precisa di stress che abbia un significato operativo e sia accettata universalmente. L’ipotesi proposta è che lo stress sia una risposta del cervello a stimoli che causano incertezza e che non si è in grado di affrontare.

Il termine stress venne introdotto per la prima volta in biologia da Walter Bradford Cannon nel 1935; la sindrome venne definita in questo modo da Hans Selye nel 1936.

Tale sindrome può essere fisiologica, ma può anche avere dei risvolti patologici, anche cronici, che ricadono nel campo della psicosomatica. In generale si distingue tra eustress e distress ovvero rispettivamente stress “buono/positivo“ e stress “cattivo/negativo“.

Hans Selye definì come sindrome generale di adattamento (SGA) quella risposta che l’organismo mette in atto quando è soggetto agli effetti prolungati di molteplici fattori di stress, quali stimoli fisici (ad esempio fatica), mentali (ad esempio impegno/i lavorativo/i), sociali ed ambientali (esempio obblighi o richieste dell’ambiente sociale).

Quindi, più semplicemente si può dire che lo stress è la risposta psicologica e fisiologica che l’organismo mette in atto nei confronti di compiti, difficoltà o eventi della vita valutati come eccessivi, pericolosi, o comunque per noi sopraffacenti.

Ogni evento stressante (detto anche stressor) richiama immediatamente delle reazioni regolative neuropsichiche, emotive, locomotorie, ormonali e immunologiche che formano un quadro generale conosciuto come la SGA. Ecco che anche eventi di vita quotidiana possono essere considerati stressors e scatenare una sindrome generale di adattamento (SGA). L’adattamento è un’attività complessa che si articola nella messa in atto di azioni destinate a:

A) Cambiare l’equilibrio interno dell’organismo mediante:

  • la generazione di una risposta emotiva soggettiva;
  • la messa in difesa dell’organismo dal fattore stressante (risposta di lotta, fuga o congelamento);
  • L’attuazione di strategie da elaborare in caso di esposizione futura a fattori di stress.

B) cambiare l’equilibrio esterno all’organismo per adattarlo alle necessità del soggetto.

Questi due aspetti possono variare in base a molteplici fattori, ma in generale negli esseri umani come in quasi tutti i vertebrati si basa su un modello di azione costante e stereotipato.

Aspetti patologici dello stress

Le cause più comuni di stress

Qui riportiamo alcuni aspetti della vita che possono metterci in situazione di stress.

Alcuni esempi:

Eventi della vita: sia piacevoli che spiacevoli: matrimonio, nascita di un figlio, promozione lavorativa, morte di una persona cara, divorzio o separazione, prendersi cura di una persona malata o affetta da disabilità,

Fattori ambientali: il freddo e/o il caldo intenso, ambienti rumorosi o inquinati, catastrofi naturali (esempio terremoti, alluvioni, ecc.).

Eventi imprevisti, inaspettati.

Situazioni lavorative: eccesso di responsabilità, carico di lavoro eccessivo, scadenze urgenti, richieste continue da parte di un superiore, relazioni conflittuali con i colleghi.

Situazioni sociali: L’incontro con nuove persone, tensioni o discussioni con persone care, amici, colleghi o familiari.

Fattori biologici: malattia, traumi fisici, disabilità fisica.

Paure: timore di fallire un compito, di parlare in pubblico, di volare, di stare in mezzo alla gente.

Situazioni che non possono essere controllate

Modo di pensare: opinioni personali, proprie aspettative di vita, traumi passati o ricordi spiacevoli.

Stress positivo e stress negativo

Lo stress di per sé, qualunque sia la situazione che lo provoca, non è negativo né positivo poiché favorisce l’adattamento ai numerosi stimoli, sia fisici che mentali, ricevuti ogni giorno.

Lo stress può essere positivo quando ad esempio aiuta a concentrarsi per un esame, dà la carica per affrontare una gara sportiva o un nuovo lavoro… In questi casi viene definito stress positivo o eustress. Diventa, invece, negativo quando dura nel tempo senza che si abbia la capacità di affrontare la situazione che lo ha provocato. In questi casi si determina un sovraccarico del sistema che logora le cellule, i tessuti e gli organi compromettendone le funzioni.

La percezione di un evento potenzialmente stressante è diversa da persona a persona. Ciò che causa lo stress dipende, almeno in parte, dal modo in cui un evento è valutato. Una persona con un modo di pensare rigido e pessimistico percepirà un evento stressante in modo molto più negativo e potenzialmente pericoloso di quanto farebbe una persona con uno stile di pensiero flessibile e ottimista. Ad esempio, nel caso di un ritardo del treno una persona può reagire con rabbia e ansia, mentre un’altra può adattarsi alla situazione approfittandone per leggere un libro o telefonare ad un amico.

Il modo in cui ognuno reagisce agli eventi potenzialmente stressanti è influenzato anche da fattori genetici. Inoltre, forti reazioni a situazioni stressanti possono, a volte, essere ricondotte a eventi traumatici avvenuti in passato.

Ad esempio, le persone che sono state trascurate o hanno subito abusi fisici o sessuali da bambini tendono ad essere particolarmente vulnerabili allo stress. Lo stesso vale per coloro che hanno subito violenze fisiche o sono sopravvissute a catastrofi ambientali, o a gravi incidenti o ad attentati terroristici.

La risposta del corpo allo stress

Il sistema nervoso, indipendentemente dalla volontà della persona, in presenza di una situazione pericolosa (per esempio essere aggrediti) o di una che non lo è (per esempio sostenere un esame) reagisce allo stesso modo: come se la vita fosse in pericolo! Questa modalità di risposta e chiamata combatti o fuggi (fight or flight).

In presenza di un evento stressante, infatti il sistema nervoso si attiva prontamente favorendo il rilascio di alcune sostanze (gli ormoni dello stress: adrenalina, noradrenalina, cortisolo) responsabili delle modifiche fisiche e comportamentali che permettono all’organismo di affrontare e superare il pericolo.

L’adrenalina e la noradrenalina determinano un aumento del battito del cuore, del respiro, della pressione arteriosa e dello stato di attenzione, predisponendo così l’organismo all’attacco o alla fuga; il cortisolo è responsabile dell’aumento del rilascio nel sangue di glucosio e lipidi che forniscono l’energia necessaria a sostenere la reazione di attacco o di fuga. Il cortisolo, inoltre, riduce alcune funzioni del corpo considerate in quel momento non indispensabili, come la digestione e la riproduzione, per dare sostegno ad altri organi vitali, quali il cervello. Una volta passata la minaccia, i livelli degli ormoni dello stress tornano, di solito, alla normalità. In questo caso si parla di stress acuto, vale a dire che inizia e finisce rapidamente. Se si è costantemente sotto stress, invece, il livello di produzione degli ormoni rimane elevato portando una condizione di stress cronico che può provocare disturbi sia psicologici, come ansia, depressione, stanchezza, irritabilità e disturbi del sonno; sia fisici: come aumento della pressione arteriosa (ipertensione), malattie cardiache, obesità e diabete.

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A presto e… Feel Free. 
Paola & Tyler

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